Steroidi anabolizzanti in cicli “Blitz”

steroidi anabolizzanti in cicli blitzIl senso dei cicli Blitz è in generale causare il meno effetti collaterali possibili e mantenere il più possibile alta l’efficacia dell’assunzione prima di sospenderla. Evitare la saturazione recettoriale o la sua limitazione a brevi periodi non costituisce un vero problema, dal momento che per i recettori androgeni (e in genere tutti i recettori steroidei) non esiste il fenomeno della sottoregolazione recettoriale, come invece per i recettori adrenergici od oppioidi. Se il problema fosse tutto qui basterebbe regolare l’assunzione in modo da non eccedere le capacità ricettive degli organi bersaglio: se vi dovesse essere un errore di sovradosaggio sarebbe facile rimediare diminuendo la dose e, nel caso si abbia fretta, aggiungendo per un periodo del T-3.

La pratica dei blitz è più interessante dal punto di vista della salvaguardia dell’HPTA: in genere la disattivazione comincia verso la seconda settimana, quindi i blitz che avranno come principale obiettivo il rapido recupero dell’HPTA, dovranno in genere mantenersi nelle due settimane, con un recupero di 2-4 settimane a seconda delle dosi e dei prodotti usati. La lunghezza del recupero, in questo caso però, non può essere determinata a tavolino ma verificata periodicamente dai dosaggi ormonali ematici. Comunque le possibilità di organizzare cicli blitz con questo criterio, presenta possibilità estremamente varie: per esempio l’Oral Turinabol può essere utilizzato per 4 settimane al dosaggio di 20mg al giorno con effetti minimi sull’HPTA, tanto che entro 5 giorni dalla sospensione i livelli di testosterone si normalizzano e superano i livelli di partenza fino al 15 giorno. In questo caso avrebbe senso un blitz di 4 settimane si e due no.

Un altro obbiettivo che si dovrebbe considerare nell’organizzare un ciclo blitz è quello di evitare di vanificare l’assunzione di AAS causa il rialzo dell’ACTH (ormone stimolante adrenocorticale): tutti gli AAS antagonizzano in misura più o meno spiccata gli ormoni corticosteroidei (catabolizzanti, cortisolo in primis). Per programmare propriamente la lunghezza del blitz bisogna conoscere il modo e e l’intensità di questo effetto: tutti gli AAS hanno una qualche affinità per i recettori glucocorticosteroidei, ma i derivati del nandrolone più degli altri e in particolare il trenbolone. Attività antagonista a livello recettoriale provoca una reazione dell’ACTH che varia in modo più o meno direttamente proporzionale all’intensità dell’azione anti glucocorticosteroidea, ma che comunque pare più lenta di quella innescata dal rialzo dei livelli di proteine leganti i glucocorticosteroidi; questa è una caratteristica finora osservata, in genere, negli AAS addizionati con un gruppo chetonico in C-3 oppure, in misura ancora più intensa, sempre in genere, negli alfa alchilati e in particolar modo in quelli in possesso di una insaturazione nell’anello A, come ad esempio mentandrostenolone ed ossimetolone. Per esempio un ciclo trenbolone-dianabol, inizialmente estremamente efficace anche a dosi moderate, ben si presta ad essere limitato in un blitz di 2 settimane, purchè si selezioni un estere breve (acetato) o un trenbolone del tutto non esterificato (il così detto trenbolone base).

Bisogna considerare poi anche il fattore salute, nell’intervallo tra i blitz, dovrebbe essere recuperata non solo la “sensibilità” ai prodotti, ma anche l’integrità della salute: in particolare la funzionalità epatica e renale e l’equilibrio lipidico dovrebbero essere ricondotti nella normalità prima di intraprendere un altro blitz. La normalità di questi valori può, però anche essere recuperata durante un bridging, cioè un ciclo a basse dosi composto da AAS non tossici per il fegato e con impatto positivo o perlomeno neutro sui lipidi: in genere basse dosi di testosterone, boldenone e, al più (dal momento che gli alfa ridotti hanno effetti negativi sui lipidi già a dosi moderate) metenolone (primobolan) e dromostanolone (masteron); ovviamente con una tattica del genere si rinuncia a preservare l’efficienza dell’HPTA. All’opposto, la pratica relativamente diffusa di assumere durante la recovery 10mg di d-bol al risveglio in una sola dose, salva l’hpta ma ha effetti negativi su enzimi epatici e lipidi.

Concludendo direi che, IN LINEA DEL TUTTO GENERALE, moderati cili blitz di 2 settimane più recoveries di 2-3 settimane sostenute da farmaci ancillari, sono un ottima soluzione per gli utilizzatori ricreativi di steroidi in giovane età; quando invece la funzione dell’HPTA è ormai compromessa dall’età, al punto di comunque suggerire una terapia ormonale permanente sostitutiva, allora la soluzione blitz più bridiging può essere sensata. Altro discorso per gli agonisti che devono essere consci del fatto che con la loro attività compromettono gravemente per un periodo la funzionalità dell’HPTA. A questo punto un compromesso efficiente e realistico tra le esigenze salutistiche e quelle competitive può consistere in una soluzione del tipo blitz più bridging in off-season e ciclo di pre-contest di 3-4 mesi. I classici 2-4 cicli di 2-4 mesi si rivelano del tutto incuranti dei parametri della salute per i totali più alti (8-9 mesi annui) e del tutto insufficienti ad un progresso della performance proporzionale all’assunzione, nel caso dei totali piu bassi di assunzione annuale (4-6mesi).

Pietro Sassi

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