Dianabol

dianabolIl DIANABOL (METANDROSTENOLONE, 17a-methyl-17b-hydroxy-1,4-androstadien-3-one) è una molecola ottenuta modificando boldenone che a sua volta modifica il testosterone con l’aggiunta di doppio legame in C1-C2, questa caratteristica comporta le seguenti caratteristiche:

  • Riduce le degradazione molecolare da parte del fegato (cosa che spiega il successo del vecchio QUINBOLONE (ANABOLICUM VISTER) che altro non era che boldenone undecilenato orale, parzialmente sorbibile per via linfatica;
  • riduce il tasso di aromatizzazione a circa la metà di quello del Testosterone;
  • rende la molecola un substrato molto meno affine al 5alfa reduttasi rispetto al T; questo aspetto riduce molto la conversione del boldenone a diidroboldenone, rendendolo androgeno circa la metà del T.

Infatti il rapporto androgeno/anabolico del boldenone è 50/100. Non ci sono dati sperimentali sull’affinità recettoriale del boldenone, comunque in base alla sua struttura molto simile a quella del d-bol e alla conversione molto limitata a diidroboldenone, dobbiamo supporre che l’affinità recettoriale del boldenone sia molto inferiore al T, questo è anche confermato da una certa evidenza aneddotica che suggerisce un affinità AR del boldenone inferiore a quella del T, suggerendo forse una sua classificazione come non AR.

Ma per ottenere il Metandrostenolone , bisogna aggiungere al boldenone un metile in C-17. Questa modificazione:

  • riduce notevolmente la distruzione epatica rendendo la molecola molto bioattiva oralmente, nonchè epatototossica
  • aumenta la stabilità del legame recettoriale
  • aumenta l’affinità del suo metabolita metilestradiolo per i recettori estrogenici rendendo il composto molto più estrogenico del testosterone; questo spiega in buona parte il motivo della sua forte attività antigonadropica, con una riduzione dei livelli di testosterone libero del 30-49% con un assunzione di 20mg per 10 giorni; la sua forte attività estrogenica provoca però un altrettanta potente proliferazione dei recettori androgeni, nonché potenziare la sintesi dell’IGF-1
  • diminuisce fortemente l’affinità per l’SHBG, rendendolo più bio attivo
  • aumenta l’attività della molecola in senso anticortisolemico, abbassando rendendolo affine in modo inverso ai recettori del cortisolo e abbassando i livelli ematici di cortisolo libero del 50-70% già con una dose di 20mg al giorno per 10giorni; perlomeno nelle prime settimane di somministrazione, poi l’acth tende ad attivarsi per compensare.

La molecola similmente al boldenone mostra un affinità per i recettori androgeni molto scarsa, come pure nulla è quella per i recettori progestinici ed estrogenici (perlomeno nella forma non aromatizzata) il che spiegherebbe il limitato incremento di efficacia con l’incremento della dose che è pressoché lineare solo fino a 40mg/die, per poi diminuire fino 50mg e diventare appena percettibile incrementando a 60mg (parlando di un atleta di circa 80kg). Il quantitativo pro kg utilizzato per la determinazione del rapporto anabolizzante androgeno sulle cavie deve essere stato (come è usuale ) un po’ più alto, cosa che spiegherebbe la valutazione ufficiale piuttosto conservativa riservata al d-bol: 210 anabolizzante / 60 androgenico; mi sembrerebbe più realistico un 300 anabolizzante / 90 androgenico, come si è visto qualche volta riportato.
Queste caratteristiche ne fanno la molecola ideale da associare con molecole fortemente affini ai recettori androgeni ma poco non aromatizzabili e possibilmente non epatotossiche (esempio più classici il nandrolone ed il trenbolone).

Pietro Sassi

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