Raloxifene vs. Tamoxifene

Sia il Tamoxifene che il Raloxifene fanno parte della famiglia dei modulatori selettivi del recettore degli estrogeni (SERM). Mentre il Tamoxifene viene spesso utilizzato in ambito medico per il trattamento del tumore mammario o nel trattamento preventivo della ripresa della malattia (recidiva) in donne già operate per tumore al seno, il Raloxifene vede il suo principale utilizzo nel trattamento dell’osteoporosi nella fase successiva alla menopausa; entrambe le molecole (Tamoxifene e Raloxifene) agiscono a livello del recettore estrogenico con alcune differenze complessive.

Come tutti sapranno, nel BodyBuilding il più conosciuto e usato è il Tamoxifene, il quale viene inserito in varie fasi della preparazione come la PCT (negli uomini) o in fase “Cut” o “Pre-Gara” (sia dagli uomini che dalle donne). Il Raloxifene è poco conosciuto e usato in ambito culturistico, anche se nell’ultimo periodo ha visto un discreto utilizzo specie durante i cicli di AAS con molecole aromatizzabili o con azione estrogeno-simile.
La loro somiglianza d’azione può rendere una discussione su quale dei due sia il migliore quasi superflua, ma in realtà non è così. Per valutare questi due farmaci è necessario conoscerne i pro e i contro, i pregi e i difetti di entrambe.

Quando viene utilizzato per lunghi periodi di tempo, il Tamoxifene può aumentare il rischio di cancro estradiolo correlato. Questo avviene perché aumenta la conversione dell’Estradiolo in metaboliti potenzialmente cancerogeni, come riportato dai ricercatori della University of Texas in The Journal of Steroid Biochemistry and Molecular Biology. Il Raloxifene, invece, ha mostrato in realtà di ridurre il rischio di cancro, secondo lo studio americano. Non sono stati condotti studi volti a valutare i rischi per la salute legati all’uso del Tamoxifene in ambito sportivo (dove le variabili partono dalla co-somministrazione di altri farmaci per arrivare al periodo limitato di utilizzo). Alcuni medici lanciano avvertimenti circa gli effetti collaterali derivanti dall’uso sul lungo termine del Tamoxifene da parte delle BodyBuilders, a causa della sua somiglianza con l’ormone DES.

Come noto, i medici prescrivono il Tamoxifene anche alle donne che sono sopravvissute al cancro al seno, a lungo termine il trattamento anti-estrogeno riduce drasticamente il rischio di recidiva del tumore. Ma pochi anni fa i medici ricercatori hanno scoperto che il Tamoxifene porta ad un aumento del rischio di cancro dell’endometrio[1,2] mentre il Raloxifene, pur avendo azione similare al Tamoxifene, ha mostrato di ridurre il rischio di cancro endometriale.[3]
A proposito di questo: le donne che sono sopravvissute al trattamento del cancro al seno hanno riscontrato un aumento della probabilità di sopravvivenza con l’uso del Tamoxifene, l’aumento del rischio di sviluppo di cancro endometriale è trascurabile in confronto alla ridotta possibilità di recidiva del cancro al seno.

Il Tamoxifene funziona in due modi:

  • l’azione che la molecola esercita legandosi al recettore dell’Estradiolo impedendone così l’attivazione di legame
  • l’azione che il Tamoxifene esercita stimolando la produzione di enzimi che convertono l’Estradiolo in analoghi meno attivi.

Ed è in quest’ultimo meccanismo d’azione che si trova il problema. Attraverso questa azione il Tamoxifene aumenta la concentrazione di 4-idrossi-estrone e 16-idrossi-estrone, due analoghi dell’estradiolo, essi possono attaccarsi al DNA – formare DNA addotti – e in questo modo danneggiare il materiale genetico; se una cellula non è in grado di riparare il danno, può trasformarsi in una cellula tumorale.
I metaboliti che si sono osservati erano il 16-idrossi-estrone (rischioso), il 2-idrossi-estrone (non rischioso) e il 4-idrossi-estrone (rischioso).
I ricercatori americani hanno confermato questa teoria attraverso il loro studio in vitro. Hanno esposto le cellule umane dell’endometrio all’Estradiolo (E2), all’Estradiolo e Tamoxifene (Tam), e all’Estradiolo e Raloxifene (Ral). La combinazione Estradiolo e Tamoxifene ha effettivamente determinato un aumento del numero di metaboliti dell’Estradiolo rischiosi, il rapporto tra 2-idrossi-estrone (innocuo) e 16-idrossi-estrone (pericoloso) era diminuito. Quando i ricercatori hanno analizzato il DNA delle cellule hanno notato che la combinazione Estradiolo-Tamoxifene ha portato ad un aumento del numero di DNA addotti.

L’evidenza suggerisce che il Tamoxifene aumenta la sintesi dell’enzima CYP1B1 e riduce la sintesi dell’enzima COMT catecol-O-metiltransferasi. Il CYP1B1 converte l’Estradiolo in steroidi pericolosi, il COMT aiuta le cellule a disattivare i metaboliti dell’Estradiolo pericolosi; l’effetto è così sottile che l’uso a breve termine del Tamoxifene (vedi BodyBuilding) probabilmente non ha importanti conseguenze.

Per le atlete, impegnate in una fase della preparazione superiore alle 4-6 settimane e nella quale si “necessita” dell’uso di un SERM, la scelta migliore ricade sul Raloxifene. Per quanto riguarda un uso maschile, il Tamoxifene risulta superiore al Raloxifene in PCT per via della sua capacità di stimolare la produzione naturale di Testosterone; mentre “on-cycle” risulta più funzionale il Raloxifene per una sua maggiore capacità di prevenire la comparsa di effetti collaterali estrogeno-dipendenti (come la ginecomastia) in concomitanza con l’uso di AAS aromatizzabili o con azione estrogeno-simile. Alcuni atleti assumono Tamoxifene e Raloxifene sfruttando le capacità di entrambi (solitamente 20mg di Tamoxifene e 60mg di Raloxifene).
Le dosi mediamente utilizzate di Raloxifene in ambito culturistico si aggirano intorno ai 60-120mg/die.

Riferimenti scientifici

1. Cohen I., Endometrial pathologies associated with postmenopausal tamoxifen treatment. Gynecol Oncol. 2004 Aug; 94(2): 256-66.
2. Swerdlow et al., Tamoxifen treatment for breast cancer and risk of endometrial cancer: a case-control study. J Natl Cancer Inst. 2005 Mar 2;97(5):375-84.
3. DeMichele et al., Impact of raloxifene or tamoxifen use on endometrial cancer risk: a population-based case-control study. J Clin Oncol. 2008 Sep 1;26(25):4151-9.

Gabriel Bellizzi

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