Bolasterone (Dimethyltestosterone)

Il Bolasterone fu per la prima volta descritto nel 1959 e quando nel 1962 venne testata la sua potenza, fu definito come il più potente agente androgeno mai conosciuto . Il farmaco era stato sviluppato dalla Upjohn e le vendite cominciarono negli Usa sotto il nome Myagen nel 1960. La sua indicazione iniziale era per il trattamento del cancro al seno , ma presto cominciò ad essere utilizzato anche per lo stimolo della produzione di globuli rossi e per il ripristino del peso ponderale nelle situazioni post traumatiche e dopo interventi chirurgici invasivi. Misteriosamente scomparso dal mercato americano dopo pochi anni dalla sua comparsa sopravvisse in Europa e altrove fino agli anni 70’ da dove sostenne un continuo afflusso verso il mercato del bodybuilding USA, afflusso che continuò dalla DDR fino al 1989 (il Bolasterone passò così alla storia come uno dei composti DDR). Dopo un scomparsa che sembrava definitiva negli anni’90, questo prodotto ricompare come UGS circa 10 anni fa e si fa una posizione particolare tra i Bodybuilders dell’ elite competitiva. La cosa non deve sorprendere date le caratteristiche di questa molecola.
BolasteroneIl Bolasterone è [17beta-Hydroxy-7,17alpha-dimethyl androst-4-en-3-one 7,17] anche noto come dimethyltestosterone , una forma modificata di testosterone. Differisce da questo per l’introduzione di 2 gruppi metilici, rispettivamente nella posizione C17 alfa e C-7 alfa: il primo gruppo metilico rende il prodotto biodisponibile oralmente, mentre il secondo riduce la 5-alfa riduzione, così spostando il rapporto androgeno/anabolizzante verso il secondo. Invece l ‘aromatizzazione ad estrogeni viene limitata solo dal metile in C-17. Entrambe le metilazioni aumentano grandemente la resistenza al legame con le SHBG (Sexual Hormones Binding Globulines) aumentandola bioattività del bolasterone, cosa che ovviamente accresce notevolmente la potenza della molecola; inoltre l’aggiunta del metile in C-17 rafforza la stabilità del cheto gruppo in C-3 rendendo più forti tutti i legami recettoriali (e forse anche quelli on recettoriali) con la cellula muscolare. Invece la metilazione in C-7 aumenta solo leggermente l’affinità per i recettori AR mentre triplica quella per i PR (Progestin Receptors) in modo misto (cioè questa molecola utilizza i recettori progestinici sia in modo androgeno-anabolico che progestinico). Il Bolasterone si presenta dunque come una anabolizzante prevalentemente non-AR. L’attività progestinica incrementa la capacità di aromatizzazione della molecola che a sua volta aromatizza a dimetilestradiolo, molto più potente dell’estradiolo stesso; il Bolasterone in definitiva mostra un’attività estrogenica superiore a quella dello stesso testosterone, favorendo così una spiccata proliferazione dei recettori androgeni oltre ad una forte ritenzione idrica che favorisce la sintesi proteica. Questa caratteristica, assieme alla sua qualità di non-AR e alla potenza del prodotto (200androgeno/900 anabolizzante con riferimento al metiltestosterone = 100/100), fanno del Bolasterone un prodotto pressoché ideale per gli stacks di massa, che si può facilmente associare con prodotti AR come il trenbolone. La fama di superiore tossicità epatica del bolasterone è probabilmente in parte esagerata; essendo presenti due metilazioni: quella in c-17, sicuramente epatotossica e comune alla maggior parte degli anabolizzanti orali; e quella in C-7, tipica del trestolone, che mostra una moderata tossicità. E’ probabile che la fama di killer epatico del bolasterone derivi anche dalla sua efficienza anche ad alti dosaggi, nel senso che l’incremento marginale dell’efficacia anabolica declina lentamente con l’aumentare del dosaggio, similmente all’ossimetolone (ma non altrettanto). Questa caratteristica potrebbe spiegare anche una certa sottovalutazione ufficiale della potenza del prodotto, che sarebbe 300 androgeno e 575 anabolico con riferimento al METILtestosterone= 100/100. Mentre esisterebbe una certa evidenza aneddotica di una potenza anabolica più alta (circa 10 volte il metiltestosterone): infatti i test sui ratti per quanto metabolicamente molto coerenti con il metabolismo umano, vengono in genere eseguiti al dosaggio di 1mg/kg, cosa che porta a sottovalutare l’efficacia effettiva di una molecola ad alto dosaggio come il Bolasterone: per esempio la sua potenza anabolica a 50mg al giorno sarebbe poco superiore a quella dell’oxandrolone ma ben diversamente starebbero le cose se il paragone venisse effettuato a dosaggi di 200mg/die.
Dal bolasterone sono stai sviluppati ovviamente alcuni Pro-Ormoni:

  • BOLADIOL [7a, 17a-dimethyl-androst-4-en-3, 17-diol], semplicemente bolasterone con l’aggiunta di un dione, cioè un chetone facilmente metabolizzabile e che consente una conversione dell’80% e oltre
  • BOLADROL [7a,17a-dimethyl-androst-4-en-3b,17b-diol] è un designer steroid (DS) derivato dal Bolasterone [7a,17a-dimethyl-androst-4-en-3b]: rispetto al testosterone, infatti, oltre alle due metilazioni aggiunte in C-17a e C-7, presenta una idrossilazione nella posizione 3b al posto del gruppo chetonico in C-3; questo rende la molecola ancor più refrattaria alle SHBG e ancor meno affine ai recettori AR, ma le consente di rimanere indenne all’azione della 3b-idrossigenasi, necessaria alla rimozione del 17b-diol: ne risulta una molecola ancora più efficiente ad alti dosaggi ed associabile con molecole AR.

Curiosità, c’era una volta il Calusterone. Ventidue donne con cancro al seno in stadio molto avanzato, furono trattate con calusterone (cioè bolasterone con metilazione in C-7beta anziché C-7alfa) da 150 a 300mg giornalieri per via orale. Quattordici donne (64%) ottennero un’oggettiva regressione del cancro per una media di 7 mesi. Gli effetti indesiderati furono debole azione androgenica e incostante ritenzione di bromosolforeina a livello epatico, ma senza elevazione della bilirubina o altri enzimi epatici. Gli studiosi conclusero che il composto aveva una potente efficacia tumorale nelle donne con cancro al seno avanzato ed aveva una migliore tollerabilità della maggior parte degli agenti chemioterapici e quindi avrebbe avuto un ruolo importante nella terapia di questi casi. (Leggi l’articolo a riguardo)

Per qualche anno, agli inizi degli anni 70’ il farmaco fu molto popolare fra gli oncologi…e poi scomparve misteriosamente. Oggi si usa il rinomatissimo e costosissimo Letrozolo (leggi qui l’articolo), con un efficacia del 6,4%.

Pietro Sassi

________________

Licenza Creative Commons
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 3.0 Italia.