PEG MGF: azione e uso nella preparazione

Mechano Growth Factor (MGF) Pegylated MGF (PEG MGF)

L’MGF, conosciuto principalmente come IGF-1Ec, è un’isoforma dell’ IGF-1 (Fattore di crescita insulino-simile 1). L’MGF (Mechano Growth Factor o Fattore di Crescita Meccanico) prende questo nome in quanto è  stato riscontrato attivarsi in risposta a stimoli muscolari meccanici. Venne scoperto nel tessuto muscolare da Goldspink, et al.
A differenza dell’ IGF-1 non circola sistematicamente nell’organismo, si attiva in loco ed esplica la sua funzione a livello locale stimolando la maturazione e la crescita oltre che delle cellule muscolari già esistenti anche delle cellule satellite quiescenti, promuove inoltre la sintesi proteica oltre che il trasporto del glicogeno all’interno delle cellule bersaglio stesse. È quindi imputabile alla sua presenza sia ipertrofia che iperplasia delle cellule muscolari scheletriche[1], inoltre differisce principalmente dal IGF-1 “regolare” dalla sua sequenza C-Terminale. Nel muscolo umano, un inserto 49-base cambia la fase di lettura del fattore di crescita meccano (MGF) rispetto al IGF-1.

Il fegato produce 2 tipi di MGF varianti sequenziali dell’IGF:

  1. IGF-1Ec: questa è la prima fase di rilascio della variante sequenziale dell’IGF e sembra stimolare l’attivazione delle cellule satellite. Questa è la variante più vicina al MGF sintetico.
  2. IGF-1Ea: questo deriva dal rilascio secondario di IGF dal fegato, ed è molto meno anabolizzante.

Cambiamento del livello di MGF e IGF-1Ea pre-wo e post-wo sia nei giovani che negli anziani
Cambiamento del livello di MGF e IGF-1Ea pre-wo e post-wo sia nei giovani che negli anziani[4]
L’MGF differisce dalla seconda variante IGF-IEa in quanto possiede una diversa sequenza peptidica che è responsabile dell’attivazione delle cellule satellite nel muscolo scheletrico; in altre parole, è più anabolizzante ed agisce più a lungo del rilascio sistematico della seconda variante epatica del MGF.
Quindi, basta pensare al MGF come una variante altamente anabolizzante di IGF. Dopo essersi allenati duramente (stimolo meccanico), il gene IGF è modificato nella sua sequenza nella variante MGF che provoca l’ipertrofia e la riparazione del danno muscolare locale attivando le cellule staminali muscolari nonché altri importanti processi anabolici, compresa la sintesi proteica sopra menzionata, e una maggiore ritenzione di azoto.
Alcuni studi effettuati sui ratti hanno mostrato un aumento del 20% della massa muscolare in seguito ad una sola iniezione di MGF, in particolare uno studio sui roditori ha mostrato che, una singola iniezione intramuscolare di MGF ha determinato un aumento del 25% nella zona di sezione trasversa delle fibre muscolari in media entro tre settimane.[2]
Utilizzando un protocollo simile, l’IGF-1 di derivazione epatica in quattro mesi ha prodotto un aumento del 15%.[3]

Da quanto osservato sembrerebbe anche che l’età ricopri un ruolo importante nella risposta al MGF, dal momento che i giovani hanno una migliore capacità di rispondere alla molecola[4], nei soggetti anziani l’esperienza ha invece mostrato una ridotta risposta al MGF che si traduce in una minore capacità di stimolare la crescita di nuovo tessuto muscolare.
Usando le parole dell’uomo conosciuto come il padre della ricerca sul MGF:

MGF è […] un ottimo candidato per il doping genetico per il miglioramento delle prestazioni atletiche[1]

Quando ci si allena duramente, ciò che accade ai muscoli è il loro esaurimento, le cellule sono danneggiate, il tessuto muscolare deve essere riparato e il corpo produce 2 tipi di MGF varianti sequenziali (come visto in precedenza). La prima versione iniziale della suddetta variante “1” del fegato aiuta il recupero delle cellule muscolari, dal momento che se non c’è MGF le cellule muscolari morirebbero, dal momento che il muscolo è un tessuto post-mitotico la sostituzione delle cellule non è un mezzo di riparazione dei tessuti, e se le cellule non vengono riparate muoiono e i muscoli diventano più piccoli e più deboli. Nel tessuto muscolare, il pool delle cellule staminali è apparentemente stimolato dall’azione del MGF, che è prodotto da un impulso successivo al danno muscolare.

Curva MGF IGF-1
Curva di rilascio e d’azione dell’MGF e IGF-1

Ora, con iniezioni localizzate di MGF sintetico è possibile aumentare la velocità del recupero, aumentare le cellule del tessuto muscolare, stimolando le cellule satelliti a piena maturazione. In termini di dosi, 200mcg iniettati bilateralmente nei muscoli allenati (esempio 100mcg per bicipite) risulta la scelta di dosaggio migliore, il problema principale con l’uso del MGF è la sua breve durata d’azione. La sua emivita si aggira intorno ai 5-7 minuti, per questo motivo deve essere utilizzato immediatamente dopo l’allenamento (nel giro di 30 minuti) poiché la sua funzione si esplica sul tessuto muscolare danneggiato. Alcuni attendono che l’azione del MGF endogeno termini prima di iniettare la versione sintetica, nel tentativo di “sfruttare” l’azione di entrambi; ciò vuol dire che l’atleta in questione attende circa 30 minuti prima di iniettare l’MGF esogeno.
L’IGF-1 interagisce negativamente con l’azione diretta del MGF smorzandone gli effetti per via della competizione recettoriale, ciò vuol dire che i tempi di iniezione dei due peptidi dovrebbero essere separati; subito dopo il workout si somministra l’MGF e, successivamente all’esaurimento dell’azione di quest’ultimo, si procede alla somministrazione dell’IGF-1.

Per sopperire alla breve durata d’azione del MGF, è stata aggiunta una molecola di glicole polietilenico (un aditivo non tossico) con azione di rivestimento protettivo, così da permettere al MGF di raggiungere il flusso sanguineo e migrare in tutti i tessuti ed avere così una durata d’azione di circa 24 ore.
Questa modifica (detta anche pegilazione) permette alla molecola di MGF di agire in maniera sistemica, ovunque vi sia un danno muscolare e non solo nel muscolo dove è stato iniettato.
Il PEG MGF vede la sua migliore applicazione d’uso nei giorni di recupero (non allenamento) e/o nelle 24 ore tra la fine di un duro allenamento ed un altro. In seguito al danneggiamento muscolare, si viene a creare una proliferazione dei recettori del MGF, e gli effetti sono sistemici e profondi. Tutti i muscoli saranno supportati nel recupero attraverso una maggiore ritenzione di azoto, turnover proteico, e l’attivazione delle cellule satellite.

Nonostante quanto detto prima sul’interazione tra MGF ed IGF-1, il PEG MGF risulta funzionare molto bene in combinazione con l’IGF-1 a lunga durata d’azione. Poiché l’affinità recettoriale del IGF è molto forte, una co-somministrazione dei due peptidi (MGF e IGF) risulterebbe sfavorevole per l’azione del MGF, almeno sulla carta (la scienza supporta questa affermazione). Tuttavia, ulteriori prove sul campo condotte su atleti, hanno mostrato un azione favorevole con la co-somministrazione di PEG MGF e IGF-1LR3 o DES. L’uso combinato di MGF e IGF-1LR3 risulta molto funzionale come “bridge” tra i cicli di AAS o durante la PCT per prevenire la perdita di massa muscolare e accelerare il recupero.

Anche se la scienza sembra fornire dati impressionante su carta, nel mondo reale, si vede qualcosa di totalmente diverso. Mentre il PEG MGF avrebbe dovuto teoricamente dare agli atleti risultati migliori rispetto al MGF regolare, in realtà difficilmente si riesce a raggiungere gli stessi risultati ottenuti con il classico MGF, anche con un dosaggio più alto (a giudicare dagli atleti seri con cui ho personalmente parlato).
Questo non vuol dire che il PEG MGF sia inutile, anzi! Sulla base delle evidenze sul campo, e sulle conversazioni con diversi atleti e culturisti, il miglior uso del PEG MGF si ha in congiunzione con (non al posto di) l’MGF regolare (e IGF). Utilizzare il PEG MGF nei giorni di riposo e l’MGF nei giorni di allenamento è una scelta funzionale.
Un protocollo correttamente pianificato potrebbe essere composto da una dose di 400-500mcg di PEG MGF nei giorni di riposo, e una dose di 200mcg di MGF con 100mcg di IGF-1LR3 nei giorni di allenamento (post-workout). Per la maggior parte degli atleti con cui ho parlato e lavorato, questo protocollo è risultato una delle scelte migliori.
Ricapitolando, il PEG MGF risulta un prodotto da usare sempre in combinazione con un ciclo di IGF + MGF, e mai al posto del MGF regolare.

Sia l’MGF che il PEG MGF vengono venduti in flaconcini (vial) contenenti la polvere che deve essere ricombinata con acqua batteriostatica, generalmente risulta ottimale ricombinare 2mg di polvere con 1ml di acqua batteriostatica; una volta ricombinato, il prodotto può essere conservato in frigo per circa sei mesi, bisogna evitare l’esposizione del prodotto a fonti di calore o alla luce del sole.
Tuttavia l’MGF non si limita ad essere un brillante aiuto per gli atleti, esso ricopre un importante ruolo in ambito clinico per il trattamento dei pazienti colpiti da degenerazioni muscolari.

Per concludere, come sempre evitate il “fai da te” e assicuratevi della qualità del prodotto acquistato.

Gabriel Bellizzi

Riferimenti scientifici

1Goldspink G., Research on mechano growth factor: its potential for optimising physical training as well as misuse in doping. British Journal of Sports Medicine 2005;39:787-788; DOI:10.1136/bjsm.2004.015826
2Goldspink G., Yang SY., Method of treating muscular disorders. United States Patent. Patent No US 6,221,842 B1, Apr 24 2001.
3Barton-Davis et al., Viral mediated expression of insulin-like growth factor I blocks the aging-related loss of skeletal muscle function. Proc Natl Acad Sci U S A. 1998 Dec 22; 95(26): 15603–15607.
4Hameed et al., Expression of IGF-I splice variants in young and old human skeletal muscle after high resistance exercise. J Physiol. 2003 Feb 15; 547(Pt 1): 247–254.

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