Dieta Paleolitica: cos’è?

dieta paleoliticaCominciamo a chiederci “cos’è una dieta paleolitica?

È qualcosa di ben diverso dalle varie diete comunemente denominate come paleolitiche ma che più propriamente dovrebbero chiamarsi NEANDERTHALIANE. L’uomo di Neanderthal (200.000-25.000 anni fa) aveva una dieta basata all’80% su alimenti di origine animale, ma era una specie diversa dalla nostra, che è quella dell’uomo di Cro-Magnon (140.000 anni fa fino ad oggi). L’uomo di Cro-Magnon consumava circa il 70-80% delle calorie da alimenti di origine vegetale (molta frutta e meno verdura, niente legumi o cereali), mentre il 20-30 % di origine animale derivava soprattutto da carne di grandi erbivori ed insetti (secondariamente pesce) e assumeva le calorie ciclizzandole in quantità ogni 11-17 giorni: il ciclo caccia determinava periodi di sovralimentazione alternati a periodi di sotto-alimentazione appunto di questa durata, ma senza differenze estreme in quanto era in grado di conservare la carne affumicandola e in quanto la maggior parte delle calorie provenivano dalla frutta. Il famoso ciclo Hunting-pig out è più probabile fosse attuato dall’uomo di Heidemberg, onnivoro (50-50% circa) e con scarsa capacità di governare il fuoco; era il progenitore comune all’uomo di Neanderthl e all’uomo di Cro-Magnon.

Prendendo sul serio la questione della DIETA PALEOLITICA o meglio della dieta “cromagnonensis” si può dire che funzionerebbe, come d’altra parte quasi tutte le diete, ma siamo noi a non funzionare.
Mi spiego: il nostro metabolismo, sistema neurovegetativo compreso è tarato per condizioni di vita socioeconomica irriproducibili attualmente; oltretutto sono condizioni variabili da paleolitico al mesolitico, nel senso che la maggior parte della popolazione ha un adattamento misto a questi due momenti abbastanza diversi dal punto di visto evolutivo.
Teniamo inoltre in considerazione che:

  • nessuno dei seguenti adattamenti produceva fisici particolarmente muscolosi; il bodybuilding è un po’ antigenetico
  • con il mischiarsi delle popolazioni, soprattutto a partire dall’impero romano, il gruppo sanguigno è diventato un marker genetico ben poco attendibile.

Così abbiamo i seguenti adattamenti.

ADATTAMENTO PALEOLITICO
Unico adattamento fino a 25mila anni fa e ha coinciso (finchè le popolazioni erano omogenee cioè fino a circa 1500 anni fa) forse con il gruppo sanguigno 0:

  • calorie cicliche su periodi di circa 11-17giorni e che consentivano uno sviluppo lineare fino a circa 1,70 metri con 65kg di peso e pochissima adipe
  • calorie provenienti soprattutto da insetti, frutta, carne di grandi erbivori e pesce: queste erano le fonti caloricamente più convenienti, cioè più redditizie di calorie in confronto al dispendio calorico.

ADATTAMENTO MESOLITICO

  1. Quello che e ha coinciso (fincèe le popolazioni erano omogenee) forse con il gruppo sanguigno A:
    • calorie permanentemente scomparse dalla maggior parte delle specie di grandi erbivori
    • individui alti 1,60 metri x 50kg e dieta basata su piccole quantità di selvaggina (rara e difficile da cacciare), insetti (alle latitudini dove abbondavano), pesce (dove c’era disponibilità di acqua) frutta (dove cresceva spontaneamente, se no solo bacche), altrimenti…
  2. Alimentazione basata su piccole quantità di cereali e legumi selvatici con popolazioni che in questi casi stentavano a raggiungere 1.40 metri x 30 kg (uomo del Similaun in Europa centrale, pigmei in Africa centrale, ecc..)
  3. Quello che ha forse coinciso con il gruppo B e che ha visto l’introduzione nella dieta di latticini al post della selvaggina, tipico delle steppe dell’Eurasia centrale e con caratteristche somatiche fondamentalmente simili all’adattamento 2.

Dal miscuglio di questi adattamenti (e gruppi sanguigni) abbiamo individui che sono in grado di costruire muscolatura più pesanti e di sopportare una certa rilassatezza della dieta e altri all’estremo opposto condannati ad ingrassare al minimo surplus calorico e incapaci di aumentare la muscolatura. In questi due estremi si muove la massa della popolazione ma, TUTTI siamo fondamentalmente costruiti per conservare calorie, anche se con qualche differenza nella quantità e qualità.
Oggi invece le quantità di calorie disponibili sono praticamete illimitate, per lo meno quelle provenienti da cereali, quasi inesistenti nel nostro passato evolutivo.

Infatti il nostro adattamento evolutivo all’agricoltura è nullo, e non può essere che nullo, per 5 ordini di motivi:

  1. il comparire di una mutazione vantaggiosa è un fenomeno del tutto fortuito che impiega una quantità di tempo casualmente enorme prima che si verifichi;
  2. una volta raggiunto il 2% della popolazione, una mutazione vantaggiosa impiega circa 5000 anni per diventare dominante (cioè coinvolgere più del 50% della popolazione);
  3. l’agricoltura è stata introdotta 8000 anni fa e che ha coinvolto la maggioranza della popolazione mondiale non prima di 3000 anni fa;
  4. le popolazioni amerinde hanno completato la loro diffusione su tutte le latitudini delle americhe circa 10.000 anni fa nel giro di 2.000 anni e non presentano nessuna differenziazione in base alla differente esposizione solare;
  5. pare che il massimo tasso di mutagenicità della superficie terrestre sia raggunto in concomitanza dell’inizio delle glaciazioni, e l’ultima è già passata da 12.000 anni (ben prima dell’agricoltua).

Quindi, per favore, possiamo mangiare quello che vogliamo, ma l’adattamento evolutivo all’agricoltura è puramente inesistente. Diversamente per l’adattamento alla dieta del periodo mesolitico (meno carne rossa e più vegetali, ma ancora rarissimi i cereali e i legumi) che ha coinvolto una parte cospicua della popolazione mondiale già da circa 23.000 anni.

Pietro Sassi

________________

Licenza Creative Commons
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 3.0 Italia.