Caseina idrolizzata: analisi dell’evidenza

Negli ultimi anni la caseina idrolizzata si è sempre più imposta nel mercato degli integratori concorrendo con le whey idrolizzate, ritenute spesso il gold standard degli integratori proteici. La caseina idrolizzata è oggi distribuita soprattutto con il marchio PeptoPro®, all’apparenza una formula esclusiva. Pochi sanno che la caseina idrolizzata è in realtà prodotta anche da altre case, come ad esempio Optipep®, MyoPure™ o insuVida. La competizione tra whey e caseina nasceva alla fine degli anni 90, quando alcuni ormai storici studi francesi “scoprirono” che le due frazioni delle proteine del latte avevano proprietà differenti: le prime erano ad assimilazione piuttosto rapida, aumentavano rapidamente gli aminoacidi nel sangue, aumentavano maggiormente la sintesi proteica muscolare ma erano relativamente meno anti-cataboliche; le caseine invece erano di digestione particolarmente lenta, l’aumento degli aminoacidi era quindi più sostenuto nel tempo, erano meno capaci di stimolare la sintesi proteica ma più capaci di sopprimere il catabolismo proteico[1].

Da qui il mercato degli integratori propose whey e caseine come proteine complementari per la crescita muscolare secondo le discutibili storie che conosciamo tutti: le prime adatte ad esempio nel post-allenamento “quando serve una rapida disponibilità di aminoacidi”, le ultime come l’ideale da assumere prima di andare a dormire, “per avere un rilascio di aminoacidi prolungato durante le ore di sonno, e quindi evitare il temuto catabolismo muscolare”.

L’idrolisi è un processo di pre-digestione, vale a dire che le proteine vengono trattate con dei processi arificiali che simulano la digestione umana per fare si che subiscano una scomposizione in molecole di più piccole dimensioni, detti oligopeptidi, essenzialmente catene di aminoacidi molto più corte delle proteine, composte in questo caso da due o tre aminoacidi. Quando una proteina (o un carboidrato) è idrolizzata, i tempi di digestione e assimilazione diventano estremamente rapidi. Le whey (concentrate) erano già di per sè abbastanza “rapide”, ma nel tempo sia le whey che le caseine sono state presentate sul mercato anche nella forma idrolizzata, vale a dire nella forma più rapidamente assimilabile in assoluto. I tempi di assimilazione possono variare in dipendenza della qualità del prodotto: qualche azienda ha ovviamente tutto l’interesse a dichiarare appena 15 minuti, ma analizzando i tempi registrati negli studi i tempi di assimilazione sembrerebbero essere maggiori.

Notiamo che se la caseina nativa (micellare) era in origine la proteina “lenta” per eccellenza, la caseina idrolizzata diventa una proteina “rapida” come lo è la whey idrolizzata, ma lo è ancora di più della whey concentrata, ovvero la forma meno pura. Negli anni la caseina idrolizzata, soprattutto quella nota con il nome di PeptoPro, è diventata la proteina più cool, quella più costosa, ma sul fatto che i prezzi di questo supplemento (come minimo 55 €/kg) siano giustificati da un presunto maggiore effetto sulla crescita muscolare rimane un forte sospetto. Come ogni volta in cui voglio informarmi sull’efficacia di un supplemento, do la priorità alle evidenze scientifiche, che per quanto possano avere le loro limitazioni, sono facilmente più affidabili del passaparola o del consiglio del campione o del guru (magari pagato dall’azienda stessa, perché sapete, funziona così), oppure delle famose sensazioni “placebo-influenced” di chi la prova, spesso per giustificare l’ingente somma investita.

Sulla caseina idrolizzata esistono diverse ricerche, ma solo una è veramente degna di nota, perché è l’unica a lungo termine, ovvero è l’unica che ha misurato le variazioni della composizione corporea paragonandola ad un’altra proteina. Il resto delle ricerche parlavano degli effetti acuti, che per quanto interessanti, non interessano a chi vuole vedere il risultato vero, perché di fatto non sono state organizzate per rispondere a questa domanda. Poco può interessare se a seguito dell’ingestione la caseina idrolizzata stabilizza la glicemia, viene trattenuta per una certa parte dagli enterociti, aumenta di più la sintesi proteica o viene ossidata ad un alto tasso per produrre energia. Ls vera domanda è, se usandola cronicamente per un periodo prolungato (i.e. qualche mese), riesce a garantire una maggiore crescita muscolare o un maggiore miglioramente della composizione corporea rispetto ad un’altra proteina – a parità di dieta, allenamento, calorie e proteine totali – come promesso da chi la vende.

Lo studio di Demling e DeSanti (2000)

Lo studio in questone è quello di Demling e DeSanti (2000)[2]. In questo trial controllato sono stati coinvolti 38 agenti di polizia sovrappeso, divisi in tre gruppi. Tutti sono stati sottoposti ad una dieta ipocalorica per le 12 settimane di durata dello studio:

  • un gruppo (10 soggetti) è di controllo, segue una dieta ipocalorica con deficit del 20%, senza allenarsi e senza supplementi proteici;
  • un gruppo (14 soggetti) segue una dieta ipocalorica e iperproteica (1.5 g/kg) con l’esercizio con i pesi assumendo caseina idrolizzata;
  • uno (14 soggetti) segue una dieta ipocalorica ideantica al gruppo precedente e con lo stesso allenamento, assumendo whey idrolizzata.

Al termine dei 3 mesi i 3 gruppi persero tutti approssimativamente e in media 2.5 kg di peso.

  • nel gruppo di controllo (sola dieta) il grasso corporeo si ridusse in media dal 27% al 25%;
  • nel gruppo caseina idrolizzata il grasso si ridusse in media dal 26 al 18%;
  • nel gruppo whey idrolizzata il grasso scese dal 27 al 23%;
  • nel gruppo di controllo la massa magra non aumentò;
  • nel gruppo caseina la massa magra aumentò in media di 4 kg;
  • nel gruppo whey questa componente aumento in media di 2 kg.

Ovviamente anche la forza muscolare aumentò di più nel gruppo caseina rispetto al gruppo whey, incredibilmente di circa il doppio. I ricercatori conclusero che:

Queste significative differenze nella composizione corporea e nella forza tra il gruppo caseina e il gruppo whey sono probabilmente dovute alla migliore ritenzione di azoto e al generale effetto anti-catabolico favorito dai componenti peptidici della caseina idrolizzata“.

Insomma, una proteina miracolosa come miracolosi sono tutti i risultati dati da integratori testati in ricerche finanziate dalle aziende stesse.

Gli aumenti di 4 gk di muscolo in ipocalorica sembrerebbero cuorisi, ma in effetti non lo sarebbero così tanto se pensiamo che sedentari obesi che passano di colpo a un regime iperproteico in combinazione con l’esercizio con i pesi hanno sicuramente una risposta migliore di un soggetto allenato e magro. Anche se la restrizione calorica cronica impedirebbe normalmente veri e propri guadagni di muscolo, bisogna considerare che la sedentarietà, l’obesità e il decondizionamento sono tutti fattori che mettono in condizione di rispondere molto meglio di un soggetto normale e allenato, ad un programma dietetico e allenante mirato al miglioramento della composizione corporea. Vorrei anche sottolineare che per gli obesi e decondizionati la famosa ricomposizione corporea è stata più volte verificata[3], quindi la crescita muscolare in ipocalorica come in questo caso, con una contemporanea riduzione della massa grassa, non sarebbe niente di strano.

Controversie

Altre analisi empiriche comparative tra caseina idrolizzata e altre fonti proteiche non sono stati ripetuti fino ad oggi, lasciando aperto un forte dubbio se lo studio di Demling e DeSanti fosse stato pilotato e finanziato da qualcuno, e se altre ricerche avrebbero mai confermato queste conclusioni.

Enzo McKloud, in un altro articolo su questo blog (leggi Profilo aminoacidico delle proteine) aveva confrontato il profilo aminoacidico delle PeptoPro con quello degli altri principali supplementi proteici:

“Molti sostengono la superiorità delle PeptoPro per quanto riguarda il profilo aminoacidico, ma […] è una tesi che si regge solo per motivi di marketing; a livello di profilo aminoacidico le PeptoPro non hanno un margine tanto considerevole tale da giustificarne la superiorità, anche in fatto di prezzo. Inoltre come fonte proteica non si rivela essere nemmeno superiore ad un altro idrolizzato, ossia quello delle whey e ancor meno se paragonato alle whey isolate. […] Confrontando le proteine PeptoPro con proteine di altra fonte […] [queste] si rivelano più svantaggiose ancora, per quanto riguarda il profilo aminoacidico: è il caso ad esempio delle proteine dell’albume d’uovo in cui notiamo un apporto di BCAA praticamente identico.”

Ad una prima valutazione, il punto di forza delle caseine idrolizzate non sembrerebbe risiedere nel profilo aminoacidico come sarebbe stato concluso dallo studio citato in precedenza. Si rimanda alla lettura dell’articolo per ulteriori dettagli sul profilo aminoacidico delle varie polveri proteiche.

Lyle McDonald non si espresse positivamente sulla caseina idrolizzata, in particolare commentando un’analisi acuta, cioè che non forniva risposta sulla crescita muscolare[4]. Il commento sullo studio di Deglaire et al. (2009)[5], in cui si osservò che la caseina idrolizzata veniva trattenuta in maggiore misura nel piccolo intestino, e ossidata (impiegata come energia, quindi sprecata) in misura maggiore rispetto alla caseina intatta. I risultato era che, rispetto alla normale caseina, quella idrolizzata nel complesso veniva maggiormente sprecata e forniva meno aminoacidi al muscolo.

In realtà McDonald aveva già fornito alcune valutazioni sulla caseina idrolizzata qualche anno prima, nel suo libro The Protein Book (2007):

“La caseina idrolizzata è disponibile, e, nonostante sia stata usata in uno studio [Demling e DeSanti], metto in discussione la sua utilità; il principale beneficio della caseina è la sua lenta digestione, idrolizzare la caseina con lo scopo di aumentare la velocità digestiva sembra eliminare il suo principale vantaggio. Faccio notare ancora che le effettive differenze nel tempo di digestione tra la caseina e il suo idrolizzato sono inizialmente minime; il costo extra delle caseine idrolizzate non sembra giustificare alcun reale beneficio.”[6]

Nella pagina successiva, descrivendo più dettagliatamente lo studio di Demling e DeSanti, McDonald sembra essere piuttosto di parte, minimizzando il fatto che la caseina fosse idrolizzata. In risposta a questa evidenza cita un altro studio (Cribb et al., 2006)[7] in cui, questa volta su soggetti allenati, e sempre a 1.5 g/kg di proteine, la whey (isolata-idrolizzata) batteva la caseina micellare (lenta) in termini di forza e massa magra. Qui l’autore fu parziale e scorretto nel paragone, perché nello studio Demling sia whey che caseina erano idrolizzate, mentre nello studio Cribb solo la whey era idrolizzata mentre la caseina era nativa, quindi si mettevano scorrettamente i due studi sullo stesso piano. Il vero confronto era whey idrolizzata vs. caseina idrolizzata, non whey idrolizzata vs. caseina micellare. McDonald non sembra aver valutato l’eventuale potenziale della caseina idrolizzata, ma data la sua abilità di analisi, avrebbe potuto citare le vere limitazioni del trial che vedremo in seguito.

Leggendo il testo dello studio di Cribb[7], si può notare un commento sullo studio di Demling e DeSanti nel modo seguente:

“Anche se è stata osservata una maggiore diminuzione della massa grassa e un maggiore aumento della LBM [massa magra] nel gruppo a cui è stato somministrato il pasto sostitutivo [caseina idrolizzata], il prodotto conteneva vitamine, minerali, amminoacidi, carboidrati, e un certo numero di proteine, incluso il siero di latte [whey protein]. Pertanto, è difficile attribuire i risultati ottenuti da questo prodotto ad una particolare fonte nutritiva.” (Cribb et al. 2006)

Questo spezzone chiarisce alcuni dettagli. La fonte di caseina idrolizzata non era pura caseina (come potrebbe esserlo un misurino di PeptoPro), ma un pasto sostitutivo in cui erano contenuti molti altri elementi. Inoltre dicono che il gruppo che il gruppo whey ne assumeva 60 g.

Possiamo notare che neppure Alan Aragon fosse troppo favorevole alla caseina idrolizzata/PeptoPro. Notiamo infatti un suo commento proprio nel precedente articolo di McDonald sullo studio di Deglaire in cui afferma:

“Bel lavoro Lyle. E’ meglio che la PeptoPro si affretti a finanziare un altro studio sulla caseina idrolizzata”.

Purtroppo non ho mai reperito il testo completo dello studio di Demling e DeSanti, ma ci si può almeno in parte affidare direttamente a chi ha già individuato amento alcune delle sue limitazioni, e un paio di siti sembrano esserci.

Si può trovare uno scritto di Aragon del 2007 in cui commentò lo studio, in un articolo dedicato alle proprietà della caseina, oggi riproposto in un forum del sito bodybuilding.com (vai al link):

“[…] Il dosaggio di ogni trattamento era di due volte al giorno, una volta post-workout, e ancora a distanza di 8-10 ore. I risultati? Il siero del latte venne battuto dal pasto sostitutivo a base di caseina per aumenti di forza, guadagni di massa muscolare e perdita di grasso. Possiamo attribuire la colpa della superiorità dei risultati del blend di caseina tutto ai 20 grammi di carboidrati che conteneva? L’assunzione complessiva di carboidrati tra i gruppi era controllata, ma il timing dei carboidrati non era controllato, quindi il timing dei carboidrati potrebbe avere un impatto minore.”

Qui notiamo che all’interno del pasto sostitutivo a base di caseina idrolizzata si trovavano anche 20 g di carboidrati, a differenza della fonte di whey che i carboidrati evidentemente non li conteneva. Comunque essendo le diete perfettamente pareggiate a livelli di calorie e macros, sembra essere certo che i carboidrati totali nei gruppi erano gli stessi, solo che il gruppo caseina ne assumeva alcuni nel post-wo all’interno di questa miscela.

In un forum che parla dello studio (vai al link), sostengono che un’altra grande limitazione sarebbe stata l’uso della plicometria, un metodo notoriamente inaffidabile per misurare il grasso corporeo rispetto alle misurazioni da laboratorio molto più accurate. Un’altra limitazione ancora sembra essere il singolo cieco, vale a dire che i partecipanti non sapevano effettivamente quale proteina assumessero tra le due assegnate, ma i ricercatori si, pertanto non era possibile prevenire l’eventuale bias metodologico. Che fosse stata usata la plicometria non lo posso garantire al 100%, perchè io il full text dello studio non l’ho letto, ma rimane probabile che ci sia un fondamento.

Altre informazioni provengono dal blog suppversity, che però, con mia sorpresa non è critico e prende per buoni i risultati. Qui riferiscono:

“Nota: dato che sia le proteine del siero di latte (Pro-Score Champion Nutrition) che della caseina (MET-Rx USA) in questo studio erano idrolizzati, le differenze nei guadagni di massa magra e nella perdita di grasso sono stati principalmente influenzati dalla composizione aminoacidica delle proteine, e non, come sarebbe con micelle della caseina [micellare] vs siero, la cinetica di assorbimento![8]

Osserviamo che qui vengono rese note le aziende produttrici degli integratori testati, per la caseina la statunitense MET-Rx. Questo ci dice due cose: da una parte renderebbe meno probabile il finanziamento di un’azienda (perché altrimenti entrambi i prodotti sarebbero stati dello stesso marchio), dall’altro ci rivela il marchio del prodotto a base di caseina, anche se non il nome del prodotto nello specifico. Attualmente non trovo prodotti della MET-Rx che includano caseina idrolizzata, ma dopo tutto si tratta di 15 anni fa.

Un altro sito, doingspeed.com, propone un’analisi dello studio di Demling e DeSanti (vai al link), dove gli autori ipotizzano tra le varie cose anche dei bias poco probabili. Comunque anche qui spiccano ulteriori informazioni interessanti. Viene riferito che, leggendo lo studio, non vengono dichiarati conflitti di interessi e finanziamenti, ponendo l’accento sul fatto che i due prodotti testati erano di marche differenti. Gli autori ipotizzano che ci fosse la possibilità che i protocolli di allenamento assegnati ai due gruppi potessero essere diversi. Infatti, al di fuori dei parametri dichiarati, nello studio non si menzionava se le sessioni erano organizzate allo stesso modo. Qui non confermano il fatto che lo studio usasse il singolo cieco o il doppio cieco (come era stato dichiarato nel forum), affermando che questo dettaglio nello studio non fu menzionato (rimane quindi possibile).

Ora sappiamo che il prodotto usato nello studio era un pasto sostitutivo della MET-Rx che sembrava essere composto in gran parte da caseina idrolizzata, ma con all’interno anche 20 g di carboidrati, e altre fonti proteiche tra cui whey e caseina micellare, oltre a vitamine e minerali. L’altro gruppo invece assumeva semplicemente whey idrolizzate, per la precisione il prodotto Pro-Score della Champion Nutrition.

Oggi la MET-Rx sembra non produrre più il suo “meal replacement” con la caseina idrolizzata come 15 anni fa (vai al link del prodotto), ma è possibile che all’epoca includesse all’interno della formula le PeptoPro (come succede per tanti altri prodotti di altre grandi marche che le includono), pertanto non si può escludere che lo studio fosse stato finanziato da uno dei due brand per avvalorarne il prodotto, che poi è infatti decollato. Infatti notiamo che qualche sito commerciale che vende PeptoPro sostiene che lo studio di Demling e DeSanti usava proprio questo marchio (vai al link).

Conclusioni

Le PeptoPro e altre caseine idrolizzate sono oggi piuttosto popolari nel fitness e nel bodybuilding. Chi le vende ovviamente ha tutto l’interesse nell’attribuirne proprietà miracolose, tuttavia le evidenze scientifiche sulla loro presunta superiorità rispetto ad altre fonti proteiche di qualità sono deboli. A riguardo è stata condotta una sola analisi a lungo termine i cui risultati però sono rimasti dubbi. Se dovessimo mettere insieme tutte le controversie sollevate, possiamo concludere che:

  • i risultati non sono stati ripetuti da altre ricerche;
  • il prodotto testato non è pura caseina ma pasto sostitutivo della MET-Rx composto da diverse fonti proteiche, carboidrati, vitamine e minerali;
  • i finanziamenti e il conflitto di interessi nello studio non sono dichiarati, ma non si può escludere che fosse stato pilotato;
  • lo studio non sembrava essere in doppio cieco, vale a dire che i ricercatori sapevano chi assumeva caseina e chi whey, e questo rende i risultati a rischio bias;
  • per misurare la massa grassa sarebbe stata usata la plicometria, metodo notoriamente poco attendibile;
  • altri studi limitati all’impatto acuto confermerebbero che gli aminoacidi derivati dalla caseina idrolizzata raggiungano il muscolo ad un tasso minore rispetto alla caseina micellare;
  • rimane perlomeno ingiustificato il prezzo così alto per un effetto che non è stato solidamente provato

Lorenzo Pansini

Riferimenti bibliografici

1. Boirie et al. Slow and fast dietary proteins differently modulate postprandial protein accretion. Proc Natl Acad Sci U S A. 1997 Dec 23; 94(26): 14930–14935.
2. Demling RH, DeSanti L. Effect of a hypocaloric diet, increased protein intake and resistance training on lean mass gains and fat mass loss in overweight police officers. Ann Nutr Metab. 2000;44(1):21-9.
3. Helms et al. Recommendations for natural bodybuilding contest preparation: resistance and cardiovascular training. J Sports Med Phys Fitness. 2014 Jul 7.
4. McDonald L. Casein Hydrolysate and Anabolic Hormones and Growth – Research Review. bodyrecomposition.com. Dec 1, 2009.
5. Deglaire et al. Hydrolyzed dietary casein as compared with the intact protein reduces postprandial peripheral, but not whole-body, uptake of nitrogen in humans. Am J Clin Nutr. (2009) 90(4):1011-22.
6. McDonald L. The Protein Book. Lyle McDonald, 2007.
7. Cribb et al. The effect of whey isolate and resistance training on strength, body composition, and plasma glutamine. Int J Sport Nutr Exerc Metab. 2006 Oct;16(5):494-509.
8. Moussa A. Whey or Casein, Pulse or Spread Evenly Across the Day? Does it Even Make a Difference in Terms of Fat Loss and Lean Mass Retention on a Diet? New + Old Empirical Data! Aug 21, 2012.

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