Bridging

E’ un argomento molto vasto e complesso e può aiutare, per capire meglio questa strategia, partire dal concetto più generale di RECOVERY, cioè dalla supposta necessità di dare all’organismo un periodo di recupero dall’uso (e abuso) di anabolizzanti: cosa succederebbe se si tirasse via dritti con l’assunzione, senza mai pausa? Molto lo sanno perfettamente perché ci hanno provato:

1) Il ritmo di crescita muscolare decresce fino ad arrestarsi e l’incremento delle dosi può solo parzialmente ovviare a questo inconveninente, dal momento che questo non è solo determinato dall’accresciiuta necessita anabolica del muscolo che cresce, ma anche da meccanismi di contrato messi in atto da quel ritardato mentale del nostro metabolismo (altro che macchina perfetta…) che è preoccupato praticamente per qualsiasi crescita muscolare:

  • incremento dell’attività della 5alfa reduttasi, che trasforma il tespsterone in DHT, pressoché inattivo nei tessuti muscolari; per fortuna il nostro metabolismo è imbecille e non sa gestire bene grandi quantità esogene di anabolizzanti modificati a partire dalla molecola base di testosterone: così noi possiamo gabbarlo ( prima tattica di bridging) usando prodotti non 5alfa riducibili o che vengono 5alfa ridotti in molecole ancora più anabolizzanti (tipiche per esempio in questo le molecole basate sul boldenone);
  • incremento della attività dell’enzima aromatasi che aumenta la conversione del testosterone ed altre molecole androgene ad estradiolo: anche qui il nostro metabolismo del paleolitico può venire facilmente imbrogliato, sfruttando l’attività estrogena per la sua proprietà di proliferazione dei recettori androgeni (seconda tattica di bridging), avendo cura di mantenere una proporzione ottimale tra androgeni ed estrogeni (dosaggi ormonali grazie, non previsioni campate in aria), selezionando opportunamento tipi e quantità di substrati aromatizzati bili nonché di fattori antiestrogeni;
  • incremento della produzione di glucocorticoidi e incremento dell’attività dei relativi recettori: qui non è facile ovviare al problema elo sipuò solo fare in modo parziale per periodi di tempo non certo eterni. L’utilizzo inibitori enzimatici della produzione glucocorticoide da luogoa rapidi e devastanti rebounds: meglio prodotti come ad esempio la N-ademetionina che calma alivello ipotalamico la produzione di cortisolo attraverso la sua attività anti-stess, oppure l’impiego di androgeni anabolizzanti dotati di affinità inversa rispetto ai recettori del cortisolo (tipico il trembolone ed i derivati del nandrolone in genere_terza tattica di bridging);
  • incremento dei livelli di Sexual Hormone Binding Proteins (SHBG), cioèle proteine ematiche che si legano agli androgeni anabolizzanti (AAS) rendendo impossibile il legame recettoriale con il sito bersaglio: 3 tattiche di bridging possibili spesso concomitanti: utilizzo di deboli AAS civetta che si accollano il legame con il SHBG (tipicamente il Proviron), utilizzo di sostanze che abbassano la produzione di SHBG (molti c-17 a metilati e vari antiestrogeni coem l’Exemestane e, in un cero senso, l’Ostarina Enobosarm), l’assunzione dis sotanze semplicemente refrattarie al legame con l’SHBG;

2) gli effetti collaterali permangono e anzi si rafforzano in modo tempo e dose dipendente e ci sonolimiti di danni alla salute che un body builder vuole affrontare. Molti si concentrano sul ristabilire l’attività dell’Asse Ipotatamo-Ipofisi- Gonadi (HPTA), questo in base avsrie considerazioni, come i rischi perl aferilità futura (parzialmente vero), per il desiderio sessuale (in genere falso: finchè si sta “sotto” di solito va tutto bene per la libido) o per la possibilità di sfruttare le proprietà anaboliche del testosterone endogeno (ridicolo, il testosterone endogeno è una goccia nel mare dell’assunzione androgeno-anabolica esogena); questo tipo di preoccupazioni si traducono nell’utilizzo della strategia cosidett a di PCT (Post Cycle Theraphy); questa strategia è del tutto FALLIMENTARE al di fuori dell’utilizzo di mini-blitz (tipicame nte 2-4 settemane di assunzione), in quanto:

  • non consente nessun mantenimento apprezzabile della massa magra se condotta fino ad effetivo recupero dell’HPTA;
  • non cura aspetti ben più importanti della salute che vanno slavaguardati, come ilivelli di tossictà epatica, l’equilibrio lipidico, il controllo dei valori dell’emocromo e del pro-tme., nonchè il controllo del cortisolo che può avere affetti devastanti non solo sulla muscolatura ma anche sul sistema immunitario. Addirittura si vedono in giro proposte di SHBG che includono 10-20mg mattutini di D-bol, in base alla sua brevissima vita attiva che può consentirgi di sfuggire al controllo dell’ HPTA, ma addio transaminasi e lipidi…

In base aqueste considerazioni, molti atleti, specie alivello agonistco, si orientano su una strategia di bridging che consenta di mantenere la massa magra e l’equilibrio dei valori ematici più importanti (ovviamente niente C-17 a metilati in bridging…), attaversolla selezione (elimtazione) dei tipi diprodotti in base ai criteri indicati sopra.
Perfinire è danotare che molecole potentemente anaboliche ma senza affetti androgeni apprezzabili in genere fino a20mg al giorno, e senza effetti negativi su fegato e lipidi parliamo dell’Ostarina) tende a sfumarela differenza fra PCT e bridging, perlomeno ai livelli più amatoriali.

Pietro Sassi

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